lunedì 11 febbraio 2008

Il papa in Brasile - Gli indigeni: è un arrogante

Migro questo post da un mio blog precedente

Da "il Manifesto" del 17/05/07

Maurizio Matteuzzi

Siamo arrivati a rimpiangere Andreotti, arriveremo a rimpiangere
Wojtyla. In che mondo vive papa Ratzinger? Il suo viaggio in Brasile
è appena concluso, si arzigogola sull'esegesi del suo messaggio e si
lascia dietro una salva di polemiche furenti.
C'è una parte del suo messaggio che rivela più di una dotta enciclica
in latino il vero pensiero del papa Ratzinger, la sua cosmogonia, il
suo senso della storia e del mondo. Quello sugli indigeni. Di cui
sembra temere, come il diavolo, la secolarizzazione e le sette
evangeliche, il «risveglio» spirituale e politico in atto. Domenica
nel discorso di apertura della conferenza dei vescovi latino-
americani ad Aperecida, B-16 ha detto alcune cose da far accaponare
la pelle. Da ogni punto di vista: religioso, storico, politico,
etico. La evangelizzazione dell'America latina da parte dei
conquistadores spagnoli e portoghesi? «Non ha visto in nessun momento
un'alienazione delle culture pre-colombiane, nè è stata
un'imposizione di una cultura straniera». La catechizzazione di massa
e forzata degli indigeni? Gli indigeni latino-americani «non vedevano
l'ora» 500 anni fa di diventare cristiani e «l'accettazione del Dio
sconosciuto» era quel che «i loro predecessori, senza saperlo,
cercavano nelle loro ricche tradizioni religiose». I vescovi latino-
americani, pur se in gran parte nominati da Wojtyla fra i «sicuri»,
avranno trasecolato.
Ratzinger ha cancellato la storia e anche il suo mentore Wojtyla che,
quantomeno, nel '92 aveva riconosciuto l'esistenza di «luci e ombre»
e chiesto perdono per «gli errori» e gli eccessi. Errori, eccessi,
ombre?
Gli indigeni «non vedevano l'ora» di conoscere il dio di Ratzinger.
La croce non è mai stata il complemento spirituale della spada. La
«Bolla» di papa Clemente VII nel 1529 (ricordata ieri su Liberazione
da Danilo Zolo) con cui autorizzava l'imperatore spagnolo Carlo V «a
condurre le nazioni barbare alla conoscenza di Dio ... anche con le
armi e la forza, affinché le loro anime fossero obbligate a far parte
del Regno celeste», fu firmata per fare la volontà del Signore. I 30
milioni di indigeni sterminati, in via diretta o indiretta, nella
conquista del Nuovo mondo furono il prezzo necessario pagato alla
civiltà e alla (vera) religione. E, per fortuna, sono stati
«obbligati» a far parte del Regno dei cieli, almeno i milioni morti
dopo che nel 1537 il papa Paolo III decretò «come cosa sacra» i
diritti di tutte le persone, inclusi gli indios nativi e poi gli
schiavi neri che sarebbero arrivati dall'Africa, accreditandoli di
possedere un'anima (ciò che prima era negato dal papa oltre che
dall'imperatore). Chissà se l'intellettuale Ratzinger ha mai trovato
il tempo di leggere l'illuminante Brevissima relacion de la
destruccion de las Indias di frey Bartolomé de las Casas, il vescovo
Protector de los indios che non a caso fu messo all'indice dai
predecessori di B-16, come B-16 ha messo all'indice 140 teologi non
in linea (fra cui molti latino-americani).
In assenza di reazioni della chiesa ufficiale, di fronte a simili
abnormità hanno parlato alcuni esponenti dei movimenti indigeni.
Jecinaldo Satere Mawe, brasiliano, ha definito papa Ratzinger
«arrogante e irrispettoso». Dionito José de Souza, leader indigeno
dell'etnia Makuxi, ha ricordato che «lo Stato usò la chiesa per fare
il lavoro sporco della coloniaazzzione degli indigeni. Avevano già
chiesto perdono e ora sua Santità Ratzinger che fa, smentisce le parole della
chiesa?». Ancor più secca la risposta dell'india amazzonica Nizia
Maldonado, ministro venezuelano per i popoli indigeni: «L'invasione
imperiale ha portato al maggior genocidio dell'America latina. Mi
piacerebbe che un sacerdote si alzasse e dicesse di vergognarsi a
sentire che i popoli indigeni stavano aspettando l'evangelizzazione».
Qualche prete si alzerà e parlerà?


Quando ho letto l'articolo non trovando riscontro in altre testate giornalistiche ho subito pensato che fosse la solita "Manifestata", il solito pretesto preso per far polemica facile sulla chiesa e su Ratzinger, non mi sarei mai aspettato in effetti, una tale leggerezza da parte della più grande azienda di marketing del mondo.

Eppure... ho scoperto che l'intero discorso è riportato sul sito del vaticano, in lingua italiana.

Clikka per leggere il discorso del papa in brasile


Affascinante...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io, cattolico, credente...mi vergogno di avere quest'uomo come Papa.
Un papato che giustifica come atto di misericordia la revoca della scomunica ai quattro vescovi Lefebvriani, ma non ha misericordia per il papà di Eluana (lasciato definire boia, assassino ecc.), nè per la piccola brasiliana stuprata e resa gravida di due gemelli.
Un papato che, messo in imbarazzo dalle folli dichiarazioni di Williamson, definisce l'accaduto "una disavventura imprevedibile"...
IMPREVEDIBILE??? Ti riavvicini ad una congrega di reazionari e ti stupisci se ti scotti????
Questa è una Chiesa in gravissima crisi se tutto ciò che sanno fare davanti all'indignazione del mondo è definire le critiche al Papa come offese volgari e credere che lo si stia irridendo...