sabato 16 maggio 2009

AteoBus: Le Differenze

L’idea dei bus “atei” è stata della British Humanist Association: è stata poi ripresa negli Stati Uniti, in Australia, in Spagna, in Germania, in Svizzera, in Canada, in Brasile, in Croazia, in Finlandia. È stata ripresa, e anche abbastanza presto, anche in Italia: l’UAAR è stata pronta a fare la sua parte in questa iniziativa di promozione dell’incredulità a diffusione ormai mondiale.


«La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno». Il messaggio scelto dall’UAAR è stato ideato in Italia: è un messaggio che vuole invitare a riflettere, con l’aggiunta di un pizzico di fiducia e ottimismo in chiave umanista. Un messaggio che vuole evidenziare la praticabilità di un’etica senza dogmi, in un Paese dove da ogni parte si avverte la pervasività della presenza cattolica.

Proprio per questo motivo, l’UAAR ha deciso di lanciare la sua campagna a Genova, la diocesi guidata dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Nulla di male in questo, ovvio: la Chiesa ha e deve continuare ad avere libertà di parola. Purché vi sia adeguato spazio anche per chi cattolico non è. L’UAAR, pagando questa campagna pubblicitaria, voleva riconquistare all’incredulità un po’ di quella par condicio che i mass media stentano a riconoscerle. Voleva anche ricordare alle autoritità politiche che non è così indispensabile dire sempre sì alle gerarchie ecclesiastiche, che anche i non credenti sono cittadini come gli altri e che la laicità dello Stato è un principio costituzionale.

Il risultato, da questo punto di vista, è stato sconfortante: il cardinal Bagnasco si è detto "ferito" e la concessionaria della pubblicità sugli autobus genovesi ha censurato lo slogan UAAR. L'UAAR ha così presentato un nuovo slogan, una sorta di testimonianza di quanto accaduto ("La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima, è che credono nella libertà di espressione"). Slogan che è stato accettato, ma che si è deciso di riservare alla sola città di Genova: nel resto d'Italia l'UAAR ha proposto alle concessionarie locali il primo slogan.

Un obbiettivo non facile, poiché il mercato è di fatto monopolizzato dalla IGPDecaux, proprio la concessionaria che le ha detto di no a Genova. E obbiettivo fallito, perché tutte le concessionarie ci hanno risposto di no. I legali dell'UAAR stanno esaminando come difendere legalmente il diritto (costituzionale) dei non credenti alla libertà di espressione.

L'UAAR ha tuttavia deciso di non mollare. Da una parte ha lanciato i manifesti atei, con lo stesso slogan bocciato a Genova: i primi sono stati affissi a Pescara, con il consueto corollario di polemiche e la 'nuova' minaccia di Forza Nuova di staccarli usando la forza. Poi è riuscita a farli affiggere a Genova, proprio la città dove le stesse parole non potevano circolare sugli autobus; e in seguito anche a Cernusco sul Naviglio (MI), Venezia-Mestre, Modena. In seconda battuta, ha deciso di lanciare un nuovo slogan, e ha chiesto a soci e simpatizzanti di formulare le proprie proposte: il comitato di coordinamento dell'associazione ne ha fatte proprie nove, e sono stati poi gli stessi navigatori a scegliere la migliore.

L'UAAR ha anche ottenuto, dalla relativa autorità preposta, un’autorizzazione preventiva a diffondere sugli autobus londinesi la traduzione dello slogan bocciato da IGPDecaux (”The bad news is that God doesn’t exist. The good one, is that you don’t need one“). L’UAAR quasi sicuramente non si avverrà di questa facoltà, sia perché vuole che la campagna si svolga in Italia, sia perché i costi di una campagna nella capitale inglese sono molto alti. L’associazione ha tuttavia voluto seguire anche questa strada per rimarcare, una volta ancora, come il diritto a esprimere convinzioni non religiose sia diversamente tutelato all’interno dell’Unione Europea.

Gli atei e gli agnostici italiani sono milioni, dicono le inchieste sociologiche. Nel loro stesso interesse, è tempo che escano dal silenzio e facciano percepire alla popolazione italiana la loro consistenza. La nostra campagna ha anche questo obbiettivo. Ma, perché abbia successo, è indispensabile che i non credenti italiani diano il loro contributo. Si potrà così estendere la campagna a diverse città italiane.

Per questo motivo vi invitiamo a inviare all’UAAR una sottoscrizione, piccola o grande che sia, e vi ringraziamo in anticipo per questo importante gesto.

Potete inviare il vostro contributo accedendo alla seguente pagina in fondo alla quale troverete le modalità di donazione: http://www.uaar.it/uaar/campagne/bus/

Riporto anche un articolo di Maurizio Del Santo è stato pubblicato sul sito fantascienza.com. Partendo dalla campagna pubblicitaria UAAR sugli autobus, il testo traccia una panoramica sulle più significative opere di fantascienza che trattano del rapporto (o della mancanza di un rapporto) con il trascendente.


Italia:
Ateobus censurati: domani una pagina intera su “Repubblica”


Dopo il nuovo “no” alla pubblicità atea sugli autobus, la campagna cambia mezzo e passa alla carta stampata. Domani, domenica 17 maggio, sul quotidiano Repubblica sarà pubblicata un’inserzione a pagamento: un’intera pagina su cui campeggerà la scritta “Per far circolare questo bus abbiamo dovuto metterlo sulla pagina che state leggendo”. La vicenda degli ateobus censurati sarà il punto di partenza per raccontare chi sono (e quanti sono) gli atei e gli agnostici in Italia. Ma ci sarà anche altro: dall’etica laica al rispetto che merita, dall’otto per mille alle confessioni religiose alle scelte di laicità nel nostro paese.

Inghilterra:
Regno Unito: “gli ateobus non violano il codice”

Erano stati presentati ben 326 ricorsi contro lo slogan “Dio probabilmente non esiste…” Molti di essi sostenevano che la pubblicità fosse offensiva, altri che fosse ingannevole: ma la Advertising Standards Authority, rende noto la BBC, ha deciso diversamente, chiudendo il caso e lasciando gli ateobus liberi di scorrazzare per le strade del Regno Unito.




CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Come al solito, avrete pensato, Nero non ha tempo e commenterà con il suo classico "direi che si commenta da solo", e invece no! siore e siori, non ostante i miei impegni mi tengano lontano dagli studi che compio per lasciarvi commenti pertinenti e validi, oggi mi sono preso il pomeriggio per pensare attentamente al fenomeno.

Dovete sapere che a mio parere c'è un errore di fondo in questa campagna pubblicitaria, ed è lo stesso errore che compie ogni anno l'arcigay quando organizza il GAY PRIDE.

Organizzare una campagna pubblicitaria da 31.000 euro al solo fine di diffondere la non esistenza di Dio è la cosa più inutile che possa essere fatta da un'associazione come la UAAR, è un'inutile tentativo di ostentazione, è fatto al solo scopo di irritare ed ostentare. non è ovviamente gistificata la censura, ma possiamo davvero definirci uomini di raziocinio de sprechiamo così tanti fondi in un'operazione tanto inutile?

E' come per il GAY PRIDE, c'è davvero bisogno di sfilare conciati manco fossimo a Rio di carnevale, solo per far sapere al mondo che I GAY SONO PERSONE NORMALI E SONO ORGOGLIOSI DELLA LORO SESSUALITA'?
Ma 'fanculo, lo so bene che i gay esistono e che sono persone normali (tranne quando indossano piume di struzzo e montano su un carro in pieno centro di Roma urlando con un megafono la loro sessualità), come so bene che Dio non esiste, e che gli atei sono persone normali dotate addirittura, udite udite, di un'etica ed una morale.

"E quindi?" direte voi "sono tutti buoni a parlare caro il mio Nero, tu cosa avresti fatto?"

avremmo dovuto fare una campagna pubblicitaria sull'8x1000, fondare un'associazione laica senza scopo di lucro che raccolga i soldi dei laici Italiani che ancora oggi non destinando a nessuno il loro 8x1000 foraggiano la chiesa cattolica senza volerlo, e con i soldi raccolti finanziare operazioni laiche socialmente utili: dalla ricerca scientifica agli asili.

L'idea non dovrebbe essere "metterci in punta di piedi a strillare dio non esiste solo perchè abbiamo i fondi per farlo",
l'idea dovrebbe essere "Informiamo la gente, collaboriamo ed ingrandiamoci fino a che non ci sarà più bisogno di metterci in punta di piedi per strillare, perchè saremo alla loro altezza"

La morale è sempre la stessa insomma, i piani a lungo termine della chiesa vengono messi in atto nell'arco di generazioni. Se vogliamo fare qualcosa di davvero rilevante i nostri piani dovranno essere più lungimiranti.

Saluti a tutti.

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