lunedì 20 settembre 2010

Breccia di Porta Pia: povero Vaticano

IL FATTO:

Trattenuti dalla Digos, schedati e allontanati. La delegazione Uaar che stamani si è presentata alle celebrazioni per la breccia di Porta Pia è stata bloccata dalla Digos, che ha requisito i documenti di tutti e li ha restituiti solo alla fine della manifestazione. «Avevamo solo le nostre bandiere – racconta Raffaele Càrcano, segretario nazionale della Uaar – su cui è scritto soltanto il nostro nome, non avevamo cartelloni né avevamo intenzione di gridare mezzo slogan».

Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si limitava alla deposizione di una corona di fiori, mentre il cardinal Tarcisio Bertone pregava per i caduti di entrambe le parti. «Credo che, di fronte all’eliminazione di ogni forma possibile di dissenso e al completo abbandono dei principi costituzionali da parte delle autorità italiane presenti, – conclude Càrcano – si possa parlare tranquillamente di negazione del pluralismo e di fuoriuscita dalla democrazia con il solenne avallo del nostro presidente della Repubblica».


CONSIDERAZIONI:

Il 20 Settembre 1860 un gravissimo fatto si consumò tra le mura della capitale: un orda di militari col pennacchio - bersaglieri, si facevano chiamare - bombardò Porta Pia per invadere crudelmente la Città Santa.

I demoni liberali, trucidarono ben 17 zuavi, orgogliosi giovanotti francesi corsi a difendere le sorti dello Stato Pontificio. Fortunatamente ben 49 di loro perirono per mano di Dio, sotto le nostre sante preghiere.

Questi maledetti bersaglieri sono bestie senz'anima, esseri a metà tra satana ed i maiali.

Essi, Vergine Santa, non concepiscono le parole del nostro Santo Padre Pio IX:
« La schiavitù in quanto tale, considerata nella sua natura fondamentale, non è del tutto contraria alla legge naturale e divina. Possono esserci molti giusti diritti alla schiavitù e sia i teologi che i commentatori dei canoni sacri vi hanno fatto riferimento. Non è contrario alla legge naturale e divina che uno schiavo possa essere venduto, acquistato, scambiato o regalato. »
(Pio IX, Instruzioni, 20 giugno 1866, in J. F. Maxwell, Doctrine)

Non conoscono Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino?

« Come è lecito, anzi doveroso, estirpare un membro malato per salvare tutto il corpo, così quando una persona è divenuta un pericolo per la comunità o è causa di corruzione degli altri, essa viene eliminata per garantire la salvezza della comunità »
(Summa theologiae II-II, q. 29, artt. 37-42.)

Essi, maledetti loro, non apprezzano l'usanza che il Santo Padre Pio IX ed il suo fido carnefice Mastro Titta, portano avanti da anni:

appendere le teste dei decapitati pubblicamente, come monito per la gente di Roma.
(Memorie di Mastro Titta) 

Essi sono addirittura a favore della libertà di stampa, di parola e di credo. Mostruoso.

Spero che Dio Nostro Signore li seppellisca per sempre nelle fiamme dell'inferno. Abbasso i Bersaglieri, abbasso l'Italia.




mercoledì 8 settembre 2010

Il monologo del pazzo

IL termine ateismo indica in maniera non univoca una varietà di posizioni filosofiche aventi in comune l'essere opposte al teismo. In un senso molto ristretto la parola ateo può indicare colui che afferma la non-esistenza di una divinità immanente, oppure colui che considera il concetto di essere soprannaturale come una costruzione mentale dell'uomo; all'estremo opposto, nell'accezione più larga possibile ateo è sinonimo di non credente, nel senso per cui laddove il teista crede, e spesso afferma, l'esistenza del divino, l'ateo non lo fa.

Io mi riconosco nell'agnosticismo, categoria che raggruppa tutti coloro che sulla questione dell'esistenza/inesistenza di Dio "sospendono" il loro giudizio: si astengono cioè dall'esprimerlo o ritengono che la questione non possa essere risolta.

Contrapporre la "scienza" alla "fede" è un errore di logica. L'una, intende un complesso organico di conoscenze ottenuto con un processo sistematico di acquisizione delle stesse allo scopo di giungere ad una descrizione precisa della realtà fattuale delle cose e delle leggi in base alle quali avvengono i fenomeni.

L'altra, è propriamente intesa come il credere in concetti, dogmi o assunti in base alla sola convinzione personale o alla sola autorità di chi ha enunciato tali concetti o assunti, al di là dell'esistenza o meno di prove pro o contro tali idee e affermazioni.

Mentre la "scienza" si occupa del "come" la fede si occupa del "perché", e questo è estremamente chiaro: risponde ad un'esigenza che essa stessa genera. Il "perché" - l'intenzionalità - è un concetto degli (e riscontrabile solo negli) esseri umani.

La coscienza di se stessi che - per quel che sappiamo esiste nelle intelligenze da un certo livello in poi - genera in noi la necessità di antropomorfizzare l'esistente, elevando la nostra particolarità ad una generalità incontrastabile.

Certo, il fatto che per ciò che sappiamo siamo i soli a possedere questa caratteristica rende da una parte molto eccitante e viscerale la tendenza a Dio. Ma l'unicità - conosciuta - di un elemento, non può essere sufficiente per alimentare tale presunzione.

La realtà, è che se fossimo meno presuntuosi, non creeremmo un Dio a nostra immagine e somiglianza soltanto per compiacere il nostro desiderio di immortalità.

"Dio forse ha creato l'uomo, ma l'uomo, il figlio di Dio, ha creato Dio solo per inventare se stesso".